Per scegliere l’amplificatore Hi-Fi, è bene precisare da subito, è necessaria una certa competenza tecnica utile a comprendere quali siano le caratteristiche che meglio integrano un amplificatore con il resto dell’impianto Hi-Fi. Questo articolo, pertanto, per quanto esaustivo rappresenta una trattazione solo parziale dell’argomento. Alla luce di questo, vediamo come scegliere l’amplificatore da inserire nel proprio impianto Hi-Fi.
Come scegliere l’amplificatore: quali sono le cose da sapere?
Come abbiamo già visto nell’articolo su Come costruire un impianto Hi-Fi, l’amplificatore Hi-Fi, o, come si dovrebbe chiamare più correttamente, l’amplificatore finale di potenza è considerato il cuore dell’impianto Hi-Fi. Per questo, tendenzialmente, lo sforzo maggiore dell’amatore viene riservato proprio alla scelta dell’amplificatore. Prima di proseguire, però, sfatiamo un mito: non è detto che, in ambito professionale, si trovino i migliori amplificatori Hi-Fi. Anzi, molto spesso amplificatori nati in contesti professionali, come potrebbero essere quelli destinati alle discoteche, non sono nati per la riproduzione Hi-Fi, cioè per una riproduzione la più fedele e naturale possibile. Quali sono i principi da seguire, allora?
La potenza dell’amplificatore: conta oppure no?
La risposta, come spesso accade in questi casi è: dipende. Nella scelta dell’amplificatore, ovviamente, occorre tener presente anche il valore di potenza indicato sull’amplificatore stesso. Questo rappresenta, tuttavia, solamente un’indicazione di massima, che ci aiuterà a comprendere se l’amplificatore in questione è in grado di “reggere” il carico richiesto dai diffusori acustici a cui esso sarà collegato.
Questo, naturalmente, non significa che l’amplificatore migliore sia necessariamente quello con la potenza più elevata. Anche tenendo presente che la potenza indicata sulla targhetta dell’amplificatore, in realtà, rappresenta solo una misurazione eseguita in condizioni ideali, collegando una resistenza di 4 o 8 Ohm all’amplificatore. Prima di scegliere l’amplificatore ideale, dunque, è necessario conoscere le componenti che andranno collegate a questo. Qual è la sensibilità dei diffusori acustici che dovrà pilotare l’amplificatore? Inoltre, è bene capire anche quale potrebbe essere il volume medio di riproduzione dell’impianto: ad alti volumi, infatti, picchi istantanei - i cosiddetti transienti - possono rapidamente condurre l’amplificatore alla saturazione, non riuscendo a garantire la potenza richiesta.
La dinamica dell’amplificatore, questa sconosciuta
Un altro parametro molto importante nella scelta dell’amplificatore è la dinamica dei diffusori. Un aspetto che, spesso, viene trascurato e che invece riveste un ruolo molto importante. La dinamica, infatti, è la differenza fra il livello minimo e il livello massimo di un segnale audio, come potrebbe essere quello emesso dalla riproduzione di un brano musicale. Questo valore, a seconda del segnale audio (e quindi del brano) che andremo a riprodurre, potrà andare da pianissimo (ppp) a fortissimo (fff), con tutta una serie di sfumatura.
Che cosa significa questo? Significa che, ancora una volta, nella selezione dell’amplificatore bisogna tener conto anche delle proprie propensioni nell’ascolto della musica: si predilige l’ascolto di musica classica oppure di musica rock? È facile, ascoltando magari un brano di musica classica, accorgersi del passaggio da una dinamica pianissimo a una fortissimo. Se non si sceglie l’amplificatore giusto, e lo si accoppia a diffusori adatti allo scopo, si corre il rischio di ottenere un impianto la cui riproduzione non sarà veramente fedele.
Gli ingressi dell’amplificatore: quanti devono essere?
Un tema interessante quando si parla di come scegliere l’amplificatore è quello degli ingressi. Questi, chiaramente, servono a “iniettare” il segnale audio da una sorgente nell’amplificatore stesso. Dunque, un’altra valutazione utile per scegliere l’amplificatore è: quali sono le sorgenti utilizzate per la riproduzione musicale?
Questo è un parametro molto importante nella scelta dell’amplificatore. Al giorno d’oggi, infatti, sono disponibili numerose sorgenti: lettori di rete, lettori CD, DAC, giradischi. Spesso si utilizza solamente uno di questi riproduttori, talvolta più di uno. A seconda di questa scelta, è possibile valutare quale sia l’amplificatore di potenza più adatto alle proprie esigenze. Un esempio su tutti: coloro i quali amano il fruscio del vinile, e pertanto vogliono adoperare un giradischi per riprodurre la propria musica, dovranno orientare la propria scelta su un amplificatore dotato di ingresso phono, un ingresso particolare di cui molti amplificatori moderni sono sprovvisti, oppure scegliere un preamplificatore che preveda l’ingresso phono.
Le uscite dell’amplificatore: due o più uscite?
Come per gli ingressi, nella scelta dell’amplificatore, è necessario valutare anche il numero e la tipologia di uscite. Sono i collegamenti, per chi non fosse pratico, che consentono all’amplificatore di inviare il segnale audio ai diffusori che, a loro volta, si occuperanno della riproduzione sonora. Come per gli ingressi, anche in questo caso è necessario valutare a cosa verrà collegato l’amplificatore. Tendenzialmente, in un impianto Hi-Fi sono sufficienti due uscite, una per ciascun canale, che andrà collegata ai due diffusori. Coloro i quali sono soliti ascoltare la musica in cuffia, poi, possono anche considerare, l’uscita appositamente dedicata.
I controlli dell’amplificatore: sì o no?
Una questione molto dibattuta, nell’ambito della riproduzione ad alta fedeltà, è la presenza dei controlli del segnale. In linea teorica, un amplificatore dovrebbe garantire il passaggio del segnale nella maniera più lineare possibile. Pertanto, il passaggio attraverso circuiti che ne alterano la fedeltà originaria può solamente degradare il segnale finale emesso dai diffusori. Questo significa che, almeno in linea teorica, quando si sceglie un amplificatore bisognerebbe prediligere quello che dispone di un tasto di accensione, di una manopola per il guadagno e, in ultima analisi, di un selettore per gli ingressi. Ovviamente, nella realtà, gli amplificatori dispongono di numerosi altri controlli: quelli per l’equalizzazione, per esempio, che vanno a modificare il segnale secondo i gusti dell’ascoltatore.
Per ottenere una maggiore qualità del suono, molti scelgono di adottare amplificatori che non hanno questo genere di controlli, che invece sono demandati al preamplificatore. In questo modo, considerando che la qualità costruttiva di un preamplificatore è spesso superiore a quella di un amplificatore che prevede anche una sezione di preamplificazione, si riduce l’alterazione di segnale.
Quanto spendere per l’amplificatore?
Infine, l’ultima domanda a cui rispondere quando si affronta la scelta dell’amplificatore riguarda la spesa: quanto spendere per acquistare un buon amplificatore? La risposta migliore, in questi casi, non è dipende. La risposta migliore è: il giusto. Specialmente fra gli amatori, infatti, serpeggia la tendenza a volere tutto e subito, senza badare a tutta una serie di questioni che finiscono per penalizzare anche un esborso importante di denaro. Così, spesso, accade che impianti molto costosi vengano inseriti in ambienti non consoni per la riproduzione ad alta fedeltà. La vera domanda, dunque, è: che cosa vogliamo ottenere dal nostro impianto Hi-Fi? Solo così saremo certi di ottenere il giusto compromesso fra qualità e spesa.
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