5 Fattori decisivi per la scelta dell’aspirapolvere

1. Struttura

Il primo fattore da considerare nella scelta di un aspirapolvere è senza dubbio quello della struttura, che ci fa da punto di riferimento nello stabilire quale modello è più adatto alla nostra abitazione.

Dobbiamo però premettere che quando parliamo di aspirapolvere intendiamo specificamente l’aspirapolvere a traino, ovvero il caratteristico aspirapolvere con un lungo tubo flessibile e il serbatoio/motore che viene trascinato dietro di sé. Chi fosse interessato invece agli aspirapolvere verticali può consultare la nostra pagina sulle scope elettriche.

Nel considerare dunque la struttura di un aspirapolvere, valuteremo in primo luogo il suo peso e le sue dimensioni, insieme alla sua posizione di riposo, così da capire se esso è idoneo agli spazi di casa nostra in cui pensiamo di conservarlo quando non è in uso, e se è adatto a noi e alle nostre forze. In particolare le case disposte su due o più livelli, con rampe di scale interne, non sono di solito l’ambiente ideale per un aspirapolvere a traino, che è piuttosto scomodo da reggere mentre si passa la spazzola sui gradini.

In secondo luogo è interessante considerare la lunghezza massima del manico, anche considerando l’eventuale presenza di prolunghe accessorie, che può essere di particolare interesse per chi ha soffitti e mobili molto alti e vuole usare l’aspirapolvere anche per liberarsi dalle ragnatele.

La lunghezza del tubo, invece, insieme a quella del cavo, è un fattore importante da considerare se ci si vuole fare un’idea del raggio d’azione di un aspirapolvere, vale a dire della distanza che esso è in grado di coprire a partire dalla presa di corrente a cui è attaccato.

Un esempio di tubo flessibile standard

Non sono poi da trascurare piccoli dettagli di design che possono fare la differenza in termini di agilità e comodità: ad esempio, una buona impugnatura ergonomica del manico renderà meno stancante passare la spazzola sulle superfici, mentre le caratteristiche dello sterzo possono rendere più o meno fluido il movimento del motore a traino dietro di noi, anche nei cambi di direzione repentini.

Due tipologie di impugnatura ergonomica, con e senza maniglia

La dimensione, l’inclinazione e l’eventuale rivestimento delle ruote contribuiscono infatti alla facilità di sterzo e alla capacità di passare sopra ai piccoli ostacoli, come ad esempio un cavo o un piccolo dislivello. Ruote più grandi e gommate oltrepassano infatti tali ostacoli con maggiore facilità, e le ruote inclinate facilitano di molto lo sterzo.

Esempio di ruote grandi gommate

2. Spazzole e bocchette

Un altro fattore molto importante, che deve essere considerato in relazione all’arredo di casa è quello delle bocchette e spazzole in dotazione con il nostro nuovo aspirapolvere. A seconda del tipo di pavimenti che abbiamo e della presenza o meno di tappeti, sarà importante considerare quali spazzole ci sono a disposizione: alcuni modelli prevedono una spazzola universale adatta a tutte le superfici, altri invece forniscono spazzole diverse da montare a seconda della superficie da trattare. Potremmo allora trovare nella confezione una spazzola per i pavimenti in ceramica, una per il parquet e una con setole per tappeti e moquette.

Classica spazzola per parquet

Un ulteriore bonus sono poi le bocchette per operare su superfici e in spazi angusti, ad esempio una bocchetta a lancia per intervenire sulle fessure o, ad esempio, sulla plancia dell’auto, oppure una bocchetta a T per imbottiti, adatta sia a divani e poltrone, sia ai sedili della nostra macchina.

Esempio di bocchetta a lancia

Altri accessori possono essere tubi di prolunga, utili per raggiungere comodamente gli angoli del soffitto e liberarli dalle ragnatele, e bocchette con spazzole morbide adatte a spolverare le mensole e i mobili di legno senza rigarli.

Oltre alla varietà degli accessori, sarà bene comunque valutarne anche la qualità e la cura del design: valutiamo ad esempio se è possibile montare bocchette accessorie sul tubo o sul motore per averle sempre a portata di mano, e se le bocchette hanno elementi integrati che permettono di adattarle con un semplice gesto a diverse superfici.

Una spazzola multisuperfice

3. Consumi e prestazioni

Un terzo fattore molto importante è quello relativo ai consumi e alle prestazioni dell’aspirapolvere a traino. Gli aspirapolvere recano ormai tutti l’etichettatura energetica europea, che con un solo colpo d’occhio ci fa capire quanto consuma un aspirapolvere, ma anche quali prestazioni offra sui pavimenti duri e sulle superfici morbide.

Contenuti dell’etichetta energetica

L’etichetta energetica di un aspirapolvere

L’etichettatura energetica assolve lo scopo di rendere note ai consumatori informazioni inerenti il consumo energetico e il dispendio annuo legati all’utilizzo dell’aspirapolvere. Fornisce inoltre utili informazioni circa le prestazioni dell’elettrodomestico stesso.

Nella metà superiore dell’etichetta energetica risalta la scala colorata delle classi di efficienza energetica: queste vanno da A (la barra verde più corta) a G (la barra rossa più lunga). Intuitivamente, alla classe A appartengono gli aspirapolvere dai consumi inferiori, mentre nella fascia G rientrano quelli più dispendiosi.

Una freccia nera recante la classe di efficienza energetica, all’altezza della fascia corrispondente, indica a quale classe appartenga il modello in esame. Qui di seguito un esempio di aspirapolvere in classe di efficienza energetica A:

A determinare la collocazione nell’una o l’altra classe di efficienza energetica è il consumo medio annuo, che per gli aspirapolvere viene stimato in base ad un utilizzo-tipo annuo. Va da sé che i consumi effettivi potranno essere maggiori o minori in base a come e quanto ciascuno utilizzi il proprio aspirapolvere!

Tra le informazioni contenute nella metà bassa dell’etichetta energetica il consumo medio annuo è una delle più prominenti: espresso in kWh/anno (kWh consumati in un anno), dovrebbe idealmente essere il più basso possibile.

Esempio di consumo annuo riportato sull’etichetta energetica

Per farsi un’idea di come il consumo medio annuo si traduca in bolletta è necessario consultare il contratto stipulato con il proprio gestore: le tariffe sono solitamente compresa tra i 15 e i 40 centesimi per kWh.

Quanto consuma un aspirapolvere?

Un aspirapolvere che appartenga alla classe A, ovvero la più alta nella scala internazionale, può consumare tra i 10 e i 16 kWh/anno. Un apparecchio della classe B può invece avere un consumo annuo tra i 16 e i 22 kWh/anno, mentre uno appartenente alla classe C dovrebbe stare intorno ai 26 kWh/anno. Ribadiamo che questi numeri sono naturalmente indicativi: in larga parte il consumo dipende dalla frequenza di utilizzo e dall’intensità dell’aspirazione selezionata.

L’attuale regolamentazione europea prevede che i consumi annui vengano stimati su 50 pulizie dalla durata di 60 minuti ciascuna. Dal 1 settembre 2017 il consumo medio annuo di un aspirapolvere si deve inoltre mantenere al di sotto dei 43 kWh/anno.

Quanto è importante la potenza dell’aspirapolvere?

Per valutare le prestazioni di un aspirapolvere bisogna considerare diversi fattori. Non è infatti soltanto la potenza dell’aspirapolvere a stabilire quanto un prodotto sia in grado di catturare lo sporco e trattenerlo al suo interno. Il tipo di spazzola, la tecnologia della raccolta polvere (ciclonica o con sacco) e la tipologia di filtro costituiscono degli elementi altrettanto e spesso più decisivi del semplice dato relativo ai watt. Essi possono infatti determinare la capacità di pulire diverse superfici, la comodità di utilizzo dell’apparecchio e il livello di igiene che è in grado di garantire. Un approccio basato esclusivamente sulla potenza elettrica poteva forse andar bene un decennio fa, quando il livello tecnologico degli aspirapolvere era ancora a uno stadio precedente. Oggi sul mercato si possono trovare prodotti progettati per rendere al massimo sia dal punto di vista delle prestazioni che in termini di consumi energetici. Se fino a qualche anno fa la media della potenza elettrica poteva variare tra i 1200 e i 2000 watt, progressivamente le aziende produttrici hanno abbassato questi valori, soprattutto per rispondere a criteri di efficienza energetica.

Osservando i dati relativi alla potenza degli aspirapolvere di ultima generazione possiamo constatare che essi sono mediamente compresi tra i 400 e i 900 watt.

Esempio di un aspirapolvere di nuova generazione con 500 Watt di potenza

Una differenza piuttosto significativa con gli apparecchi di vecchia generazione che ci consente in un certo modo di rispondere alla nostra domanda iniziale: la potenza elettrica è sempre meno importante per valutare l’efficienza di un aspirapolvere. D’altra parte un apparecchio da 900 watt ma dotato di pochi accessori e magari di un sistema di filtrazione scadente sarà sempre peggiore di un modello da 450 watt con un kit di accessori ampio e un filtro HEPA 14, uno dei migliori attualmente disponibili. Inoltre un aspirapolvere con una potenza elettrica inferiore ma che si posiziona nella classe di efficienza energetica A della scala europea può garantire dei consumi molto inferiori rispetto a un modello estremamente potente dal punto di vista elettrico ma che non garantisce la stessa efficienza e in aggiunta pesa di più sulla bolletta.

Prestazioni

L’efficacia dell’aspirapolvere, come abbiamo già accennato, viene indicata sull’etichetta energetica europea: su di essa un semplice diagramma ci informa della classe di efficienza sia sui pavimenti duri sia su tappeti e moquette. Anche in questo caso, come per il consumo energetico, la scala va da A (prestazioni eccellenti) a G (prestazioni scarse).

L’etichetta di un aspirapolvere con classe di efficienza C per tappeti e A per pavimenti duri

La classe A significa che vengono aspirati efficacemente tutti i residui accumulati nelle fessure tra le piastrelle e tra le fibre dei tappeti, e si hanno prestazioni buone e abbastanza approfondite fino alla classe C mentre, al contrario, la classe G rappresenta una capacità aspirante in grado di rimuovere solo lo sporco in superficie, senza riuscire a intervenire efficacemente sulle fughe e tra le fibre dei tappeti.

Mediamente, i migliori aspirapolvere avranno una classe di efficienza sui tappeti C o B, mentre una classe di efficienza A sui pavimenti duri si potrà trovare anche tra modelli di fascia più bassa.

4. Caratteristiche serbatoio

Un altro fattore molto importante è quello relativo alle caratteristiche del serbatoio. Ci riferiamo in primo luogo alla capacità del contenitore, di qualunque tipo esso sia: la sua grandezza può determinare quanto a lungo si possa usare l’aspirapolvere prima di dover svuotare il recipiente o cambiare il sacchetto. Una capacità superiore ai 2 l può essere interessante per chi ha un’abitazione grande, con la dovuta precisazione che, naturalmente, a maggiore capacità del serbatoio corrisponderanno anche dimensioni e ingombro maggiori.

Il serbatoio da 2 litri di un aspirapolvere senza sacco

Ma ciò che è anche interessante considerare è la tecnologia adottata dal serbatoio: sono infatti due le tipologie che si possono trovare in commercio, ognuna con i suoi punti di forza e di debolezza: serbatoi con sacchetto e serbatoi ciclonici.

Serbatoio a sacchetto

La più tradizionale e di lungo corso tra le tecnologie oggi disponibili, il serbatoio a sacchetto accumula lo sporco aspirato in sacchetti di carta o tessuto che fungono anche da filtro, e che vanno sostituiti una volta riempiti completamente.

Il serbatoio di un aspirapolvere con sacco

Il vantaggio di questa tecnologia è che solitamente questo tipo di serbatoio offre, a parità d’ingombro, una maggiore capacità, ed è necessario pensare a cambiare il sacchetto solo quando questo è pieno, dopo svariati utilizzi dell’aspirapolvere a traino. Mediamente, la capacità dei sacchetti è infatti tra i 3 e i 4 l, che permettono di pulire i pavimenti anche delle abitazioni più grandi senza bisogno di cambiare sacco. Inoltre, gli aspirapolvere a sacco costano in generale di meno rispetto all’altra tipologia.

Tra gli svantaggi dobbiamo menzionare ovviamente il costo ricorrente derivante dal dover mantenere una scorta di sacchetti di ricambio, e il fatto che la potenza aspirante vada riducendosi sensibilmente man mano che il sacchetto si riempie. Inoltre, in generale, a parità di potenza aspirante rispetto all’altra tecnologia che vedremo, gli aspirapolvere con sacco richiedono maggiore potenza, e quindi maggiori consumi.

Serbatoio ciclonico

Il serbatoio ciclonico rappresenta l’ultima innovazione in fatto di aspirazione. Il principio di funzionamento è semplice: il flusso d’aria aspirata viene convogliato nel serbatoio in modo da formare un piccolo “ciclone” all’interno di esso, il cui movimento a spirale crea naturalmente un risucchio che coadiuva l’azione aspirante del motore. Grazie a questo semplice principio fisico gli aspirapolvere ciclonici possono offrire eccellenti prestazioni di aspirazione anche con un motore meno potente rispetto all’altra tipologia. Il serbatoio ciclonico di un aspirapolvere

Tra i vantaggi di questa tecnologia dobbiamo quindi considerare il risparmio energetico rispetto agli altri tipi di aspirapolvere, oltre all’assenza dei costi ricorrenti dovuti all’acquisto dei sacchetti. In molti casi, poi, lo svuotamento del serbatoio, che può essere effettuato nel bidone della spazzatura, può avvenire evitando completamente il contatto con lo sporco raccolto.

Gli aspetti negativi, invece, comprendono la minore capacità, come abbiamo già accennato: un serbatoio ciclonico può andare da 1 a 2,5 l, e necessita quindi di venire svuotato spesso, indicativamente ogni 3-4 utilizzi per i recipienti più grandi e ogni 2-3 per i piccoli, perché anche nel caso dei serbatoi ciclonici la potenza aspirante va calando con il riempimento, anche se in maniera molto meno drastica rispetto agli aspirapolvere con sacco.

Quali sono i migliori aspirapolvere senza sacco?

La tabella di comparazione in cima a questa pagina offre già una selezione dei migliori aspirapolvere attualmente in commercio. Volendo rimanere nello specifico dei migliori aspirapolvere senza sacco, facciamo qui di seguito una succinta selezione dei migliori aspirapolvere senza sacco in base alle diverse esigenze:

Per abitazioni grandi: Samsung VC5100 VC05K51F0VP/ET , con filtro HEPA 14, serbatoio da 2 l e spazzola motorizzata in dotazione;

, con filtro HEPA 14, serbatoio da 2 l e spazzola motorizzata in dotazione; Per chi soffre di allergie: Rowenta RO7681EA , con filtro HEPA 14 e spazzole motorizzate in dotazione;

, con filtro HEPA 14 e spazzole motorizzate in dotazione; Per chi lo vuole silenzioso: Bosch BGS5SIL66B , solo 66 dB di emissioni sonore;

, solo 66 dB di emissioni sonore; Per le case con animali domestici: Severin MY 7118 S’Special Car Pet & Carpets nonstop, con spazzola motorizzata e filtro HEPA 14.

5. Filtrazione

Infine, vale la pena di spendere qualche minuto anche a capire di quali e quanti filtri sia equipaggiato un aspirapolvere a traino, in particolare se in casa ci sono persone che soffrono delle più comuni allergie (pollini, acari, peli). Per queste ultime, infatti, possono essere molto interessanti gli aspirapolvere dotati di filtri ad alta efficienza, che trattengono la quasi totalità delle particelle più piccole, tra le quali rientrano batteri e allergeni. Vediamo nelle prossime sezioni quali sono i filtri di cui un aspirapolvere può essere dotato.

Esempio di filtri Hepa

Filtri semplici

Nel caso degli aspirapolvere più semplici, i filtri sono solitamente due: uno costituito da una fitta retina di plastica, che blocca i detriti più grandi quali briciole e capelli, e il secondo costituito da un materiale simile alla carta, piuttosto spesso e ricco di pieghe, a cui è demandato il filtraggio della polvere più sottile. Negli aspirapolvere a sacco è appunto il sacchetto a raccogliere questo tipo di detriti, insieme in questo caso a buona parte delle polveri sottili.

Spesso a questi due livelli di filtrazione se ne aggiunge almeno un terzo, costituito da un filtro-tampone in schiuma che protegge il motore dalle infiltrazioni di polveri residue.

Nella maggior parte dei casi, i filtri degli aspirapolvere moderni sono permanenti e lavabili, ma può capitare, ad esempio nel caso dei filtri a carboni attivi, che alcuni vadano sostituiti periodicamente.

Filtri HEPA

Chi fosse interessato a una filtrazione particolarmente efficace, però, dovrà prendere in considerazione gli aspirapolvere equipaggiati con un filtro HEPA.

Il filtro Hepa di un aspirapolvere

Questa sigla sta per High-Efficiency Particulate Air, e contraddistingue un tipo di filtro originariamente sviluppato nel settore nucleare per prevenire l’inalazione di particelle radioattive, che viene oggi utilizzato in un vasto ventaglio di applicazioni.

I filtri HEPA sono in fibra di vetro, pieghettati in maniera non dissimile dai filtri convenzionali di cui abbiamo già parlato, e sono in grado di catturare il 99,97% o più delle particelle e dei microorganismi dal diametro da 0,3 micron in su. La presenza di un filtro HEPA può contribuire ad innalzare il prezzo di un aspirapolvere.

Come nel caso dei filtri semplici, spesso anche i filtri HEPA sono permanenti e si possono lavare con acqua, ma è bene non darlo per scontato e sincerarsi sempre se sarà necessaria o meno la sostituzione periodica.

Classe di reimmissione delle polveri

In aggiunta alle considerazioni su quale tipo di filtro sia montato sull’aspirapolvere a traino, è bene fare riferimento nuovamente all’etichetta energetica europea, che offre anche in questo caso delle indicazioni utili per capire l’efficienza dell’aspirapolvere che vogliamo acquistare. L’ultima delle scale rappresentate sull’etichetta, dopo la classe energetica e le classi di efficienza su superfici dure e tappeti, è infatti quella della reimmissione delle polveri.

Esempio di un aspirapolvere con classe di remissione delle polveri A

Si tratta sempre di una scala da A (prestazioni eccellenti) a G (prestazioni scadenti), che illustra quanta della polvere aspirata venga reimmessa nell’ambiente senza rimanere depositata nel serbatoio o catturata dai filtri.

Non deve sorprendere che non basti la presenza di un filtro HEPA a posizionare un aspirapolvere in classe A, anche se essa sicuramente contribuisce: la tenuta del serbatoio è infatti un aspetto determinante della quantità di polvere che sfugge alla cattura, e tra i filtri HEPA ci sono diverse classi di efficienza che non sempre sono specificate a chiare lettere. La raccomandazione per chi soffre di allergie è quindi di cercare sì un aspirapolvere con filtro HEPA, ma di sincerarsi anche che questo sia almeno in classe H13 e che la classe di reimmissione delle polveri sia molto alta, preferibilmente A.

Un’ultima considerazione è quella che riguarda la filtrazione con carboni attivi. Si tratta di un’ulteriore tecnologia che solitamente accompagna quella HEPA, e che è capace di depurare l’aria attraverso l’impiego del carbone attivo. Questo materiale, grazie alla sua struttura altamente porosa, ha la proprietà di assorbire la maggior parte delle sostanze organiche: tra i suoi campi di applicazione troviamo infatti il controllo degli odori.

La presenza di un filtro a carboni attivi è quindi particolarmente rilevante per chi abbia animali in casa, perché permette di ridurre notevolmente i cattivi odori emessi dalle sostanze organiche presenti sul pelo dei nostri amici a quattro zampe.

Altri fattori da tenere a mente per la scelta dell’aspirapolvere

I materiali sono importanti?

In linea di massima, i materiali di cui è composto un aspirapolvere sono abbastanza irrilevanti, poiché tutti i prodotti di questo tipo sono assemblati in plastica per mantenere un peso il più leggero possibile. Quello che può essere semmai interessante da valutare sono i dettagli, quali i sistemi di aggancio delle varie parti, la loro robustezza o la loro flessibilità, per cercare di farsi un’idea se questi siano robusti o piuttosto soggetti a rotture premature. Un punto particolarmente critico è di solito proprio l’attacco della spazzola al tubo, che oltre a dover essere saldo deve anche permettere lo sterzo e l’inclinazione del tubo.

La marca è importante?

Il brand di un aspirapolvere è importante solo nel caso in cui si sia alla ricerca di un aspirapolvere di qualità elevata. Nel caso infatti dei modelli di fascia media e bassa è molto facile trovare prodotti pressoché equivalenti tanto tra i marchi più famosi quanto tra quelli meno conosciuti: se si è quindi alla ricerca di questo tipo di aspirapolvere sarà possibile risparmiare qualcosa sull’acquisto rivolgendosi a un marchio minore. Se però si ha bisogno di un aspirapolvere particolarmente efficace ed efficiente, in particolare per quanto riguarda la qualità della filtrazione e la reimmissione delle polveri, allora sono i marchi più prestigiosi a garantire un buon acquisto, anche se il costo sarà di conseguenza molto elevato. Si pensi ad esempio agli aspirapolvere Samsung, Bosch o Electrolux.

Non bisogna poi dimenticare che normalmente i grandi marchi garantiscono un’assistenza clienti più capillare, facile da raggiungere e una maggiore facilità di reperimento dei pezzi di ricambio, mentre i marchi minori, soprattutto se d’importazione, possono essere più difficili da contattare in caso di bisogno.

Il prezzo è importante?

Fatta la dovuta premessa che ognuno decide quale sia il proprio limite di spesa per l’acquisto di un aspirapolvere, a un prezzo maggiore corrisponde normalmente una più elevata qualità delle prestazioni complessive, vale a dire aspirazione, consumi e filtrazione. Se, come detto, nella fascia di prezzo medio-bassa, al di sotto dei 150 €, è possibile trovare prodotti pressoché equivalenti di qualunque marchio, tra i modelli di fascia alta, oltre i 300 €, si trovano i prodotti migliori in assoluto, in particolare per quanto riguarda la filtrazione e la reimmissione delle polveri. Chi è alla ricerca di un aspirapolvere eccellente contro gli allergeni dovrà essere pronto a spendere una cifra elevata. Indicativamente, le fasce di prezzo e relative caratteristiche degli aspirapolvere che possiamo individuare sono le seguenti:

Fascia di prezzo bassa : <100 €, a sacco o ad acqua, filtri semplici, classe energetica

: <100 €, a sacco o ad acqua, filtri semplici, classe energetica

: 150-200 €, a sacco o ciclonico, filtro HEPA, classe energetica A o B, classe pavimenti duri A, classe tappeti C, reimmissione polveri C Fascia di prezzo alta: 230-350 € e oltre, (multi)ciclonico, filtro HEPA H14, classe energetica A, classe pavimenti duri A, classe tappeti B o C, reimmissione polveri A

Perché varia la rumorosità dell’aspirapolvere?

L’etichetta energetica di ogni aspirapolvere riporta, oltre ad altre informazioni preziose per la scelta del prodotto, il dato relativo alla rumorosità, la cui unità di misura è il decibel (dB). È certamente a questo numero che bisogna fare riferimento per comprendere se un particolare modello sia molto rumoroso oppure abbastanza silenzioso. Ma quanto può variare la rumorosità tra aspirapolvere di varie marche e modelli? E quali sono le ragioni delle eventuali differenze?

La potenza

Un aspetto che può incidere sul livello di rumorosità di un aspirapolvere è la potenza elettrica. È infatti possibile che un prodotto dotato di una potenza di 2000 watt risulti più rumoroso di uno da 700 watt. Tuttavia questo dato non è necessariamente determinante: un aspirapolvere può essere progettato in modo tale da risultare silenzioso pur avendo una potenza elettrica molto elevata, mentre un modello di fascia bassa da 700 watt può essere particolarmente rumoroso.

Le spazzole

Un’altra ragione per cui la rumorosità dell’aspirapolvere può essere variabile è la tipologia di spazzola di cui dispone. Alcune spazzole rendono l’apparecchio più rumoroso di altri: ad esempio è probabile che aspirando con una spazzola per tappeti si registri un livello di rumorosità superiore rispetto a una spazzola per parquet. Un modello con spazzola a rullo motorizzata potrebbe quindi essere molto più rumoroso di un aspirapolvere dotato di una classica spazzola universale per superfici dure e tappeti.

L’intensità di aspirazione

In commercio si possono trovare aspirapolvere dotati di diversi livelli di aspirazione, regolabili attraverso un apposito selettore. Come si può facilmente comprendere, maggiore sarà l’intensità di aspirazione selezionata e maggiore risulterà la rumorosità dell’apparecchio. Questa può variare anche in modo significativo dal primo al terzo livello oppure dal minimo al massimo, se il selettore è del tipo a rotella.

Quanto può variare?

Bisogna partire da un presupposto: la tolleranza alla rumorosità è un fattore abbastanza soggettivo. Nessun aspirapolvere che si trovi sul mercato emetterà un rumore insopportabile, ma alcuni modelli sono senza dubbio più silenziosi di altri. In linea di massima possiamo dire che un aspirapolvere potente e non particolarmente silenzioso ha un livello di rumorosità difficilmente superiore agli 84 dB. Al contrario, un apparecchio realizzato per essere silenzioso (talvolta lo sono quelli specifici per la pulizia del parquet) potrebbe avere una rumorosità intorno ai 60-65 dB.

Dove posso buttare l’aspirapolvere?

Gli elettrodomestici in generale, e gli aspirapolvere non fanno eccezione, non possono venire smaltiti insieme ai rifiuti “normali”. In tutti i centri urbani è di solito presente almeno un punto di raccolta per i rifiuti ingombranti ed elettronici: consigliamo di informarsi sul centro di raccolta più vicino e di consegnare lì l’aspirapolvere vecchio.

Cosa significa aspirapolvere ciclonico?

La tecnologia ciclonica è una recente introduzione nel campo dell’aspirazione che ha permesso di compiere due importanti passi: da un lato l’eliminazione dei sacchetti raccoglipolvere, con relativi costi ricorrenti, dall’altro un incremento della capacità aspirante senza necessità di aumentare la potenza del motore.

Si tratta in sostanza di impiegare un tipo di serbatoio diverso da quelli tradizionali con sacco: la conformazione interna del recipiente è tale da convogliare il flusso d’aria in un vortice, che crea esso stesso un accresciuto risucchio.

Un ulteriore effetto del vortice interno al serbatoio è quello di separare agevolmente i detriti dal flusso d’aria: questi “cadono” spontaneamente fuori dal getto d’aria e si depositano nel serbatoio.

Quando bisogna cambiare il sacchetto dell’aspirapolvere?

I modelli di aspirapolvere con sacco richiedono appunto il ricambio periodico del sacchetto. La frequenza con cui è necessaria questa operazione dipende da una serie di fattori:

La capacità del sacchetto stesso;

del sacchetto stesso; La frequenza di utilizzo dell’aspirapolvere;

dell’aspirapolvere; La presenza in casa di animali che perdono pelo.

Capire quando è ora di cambiare sacco non è lasciato comunque all’intuizione dell’utilizzatore: c’è sempre un sistema di monitoraggio del riempimento o comunque un avviso di sacco pieno. Il libretto d’istruzioni di ciascun modello chiarirà a che cosa fare attenzione: si sappia comunque che, quando l’aspirapolvere perde una parte significativa della sua potenza aspirante, è probabilmente ora di cambiare sacco.

Quando bisogna cambiare il filtro dell’aspirapolvere?

I filtri degli aspirapolvere non sono sempre da sostituire. Anche in questo caso tutte le informazioni necessarie si trovano sul libretto d’istruzioni, e in tanti casi almeno un filtro sostitutivo si trova già nella confezione.

Filtri permanenti

La tendenza nei modelli più recenti è quella di montare filtri permanenti a tutti gli stadi di filtrazione (dunque sia filtro premotore sia filtro di scarico). Per mantenere i filtri in buono stato è necessario semplicemente lavarli periodicamente: basta solitamente acqua corrente e, nel caso dei filtri pieghettati, l’ausilio di un vecchio spazzolino da denti a setole morbide. L’importante è lasciare asciugare perfettamente i filtri prima di rimontarli, così da evitare la formazione di muffe e dei conseguenti cattivi odori.

Filtri da sostituire

In tutti quei casi in cui è invece necessario sostituire periodicamente i filtri, si troverà indicata sul libretto d’istruzioni la periodicità da tenere. Solitamente non è necessaria la sostituzione più di una volta l’anno, anzi spesso è sufficiente anche una volta ogni due anni, ma consigliamo comunque di non soprassedere a questa operazione per mantenere una buona capacità filtrante, soprattutto se dobbiamo sostituire dei filtri HEPA.

Perché l’aspirapolvere non aspira?

Le cause alla base della mancata o debole aspirazione possono essere ovviamente molteplici. Bisogna innanzitutto sapere che, se il sacco è pieno, la potenza aspirante ne risente moltissimo: controllare lo stato del sacchetto (in quei modelli che ne siano forniti, ovviamente) è il primo passo da fare. Anche i modelli ciclonici, sebbene in misura meno drammatica, sono affetti dal riempimento del serbatoio: mantenerlo dunque sgombro aiuterà a tenere elevata anche la potenza di aspirazione.

Un’altra possibile causa di cui può capitare di non rendersi conto è l’attorcigliamento del tubo flessibile: se questo si ritorce su se stesso, schiacciandosi, il flusso d’aria verrà interrotto.

Una ulteriore causa può essere l’accumulo di detriti in una parte non immediatamente visibile della camera di aspirazione: un “tappo” di peli e polvere nella spazzola o nel tubo, ad esempio, che è sufficiente rimuovere per vedere ripristinato il buon funzionamento dell’aspirapolvere.

Escluse tutte queste cause ed eventuali altre suggerite dal libretto d’istruzioni è necessario rivolgersi all’assistenza per segnalare e risolvere il problema.

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